Gli impregnanti raffinati a base di piretro naturale, o di piretroidi, provocano la morte dell’insetto al momento dello sfarfallamento, per ingestione dell’ultimo strato di legno imbibito dal liquido, il cui principio attivo, assolutamente innocuo, inodore e non tossico per le persone, paralizza la funzione metabolica dell’apparato neurovegetativo degli insetti, impedendone la respirazione e provocandone la morte.
L’attività delle larve, pertanto, potrà continuare anche dopo l’applicazione dell’impregnante, sotto lo strato di legno imbibito, sino a quanto la fase di sviluppo dell’insetto lo trasformerà in adulto e lo porterà in superficie.
L’azione di abbattimento degli impregnanti non è immediata, ma strategica e complementare a quella radicale attuata con tecnologie ecocompatibili. L’applicazione di impregnante svolge, nel caso in questione, una azione preservante da nuove colonizzazioni di superficie, attuate dalla femmina che deposita le uova.
Non impedisce, di fatto, nuove ovo deposizioni sulle superfici, ma abbatte immediatamente la larva quando, dopo la schiusa, comincia a scavare, nella fase larvale, verso l’interno, dove trova il principio attivo, penetrato sotto la superficie per pochi millimetri (2-3).
L’azione abbattente degli impregnanti non è indefinita nel tempo, perché i principi attivi si ossidano; se le superfici non vengono protette da vernici di spessore, l’applicazione va ripetuta a cicli non superiori ai due anni, nell’ambito di una ordinaria manutenzione preventiva.