ArteControl Consulting - Tutela e conservazione dei Beni Culturali e Civili - Lotta integrata antitarlo

Crematogaster scutellaris

7-9 mm. di lunghezza, si distinguono per le la testa rossa e l’addome nero e appuntito con il pungiglione tenuto rizzato verso l’alto, atteggiamento che ha fatto guadagnare a questa specie il nome familiare di “Rizzaculo”

Camponotus ligniperda

15-20 mm. sono interamente nere



Le formiche carpentiere non si nutrono di legno, ma lo scavano, per ricavarvi il nido.
Gli insediamenti possono riguardare le carpenterie dei soffitti, travi, travetti, tavelle, oppure gli stipiti di porte e finestre, boiserie e parquet.

La morfologia di scavo cambia, in funzione dello spessore del legno; quando questo è sottile, le formiche, oltre ad estendere l’area perimetrale dello scavo, tendono anche ad erodere il materiale di appoggio: coibentazioni sopra le coperture lignee dei soffitti, intonaci su cui sono ancorati stipiti e boiserie.
Le superfici esterne del legno attaccato rimangono apparentemente intatte.

La Sciamatura

Lo Scavo

Le Abitudini

Lo Specialista

La Lotta


La Sciamatura

Le formiche carpentiere arrivano al nuovo insediamento per sciamatura, al seguito di una regina allevata all’uopo, per trasmigrare una parte della colonia di origine, man mano che la popolazione vi cresce di numero; è comune vedere, nelle soste durante la sciamatura, nugoli di formiche alate sulle finestre e sulle pareti attorno.

Una volta scelto il sito da colonizzare, le formiche perdono le ali, che accumulano nel nido, come approvvigionamento alimentare.

E’ facile, nelle sciamature, stabilire la specie delle formiche lignicole, anche se le ali ne rendono difficoltoso il riconoscimento, perché  avvengono in periodi differenti: a Maggio-Giugno quelle delle Camponotus ligniperda,  a Settembre-Ottobre quelle delle Crematogaster scutellaris.

Non vi sono azioni che possano prevenire in assoluto gli insediamenti delle formiche carpentiere.

E’ opportuno, per limitare le possibilità che le sciamature approdino negli interni, dotare le zanzariere per le finestre, a protezione dei locali dotati di coperture lignee sui soffitti, e, per i solai, provvedere a chiudere con reti a maglia fitta le incursioni dalle vie d’aria.

 

Lo Scavo

Legno frantumato

Legno e coibentazione

Intonaco

La morfologia della risulta di scavo, non digerita e mista ad escrementi, come avviene con gli insetti xilofagi, tarli e tèrmiti, che del legno si nutrono, può essere la più varia: dipende dallo spessore disponibile e dai materiali a contatto con il legno: quando gli spessori sono sottili, o quando materiali diversi contrastano la continuità dello scavo nella creazione delle camere, le formiche scavano ed erodono i materiali adiacenti al legno, teli di coibentazione, polistirolo, intonaco, per aumentare lo spazio disponibile e ricavare camere più ampie.

Nella foto a fianco si vede chiaramente lo scavo, sia del legno, sia del polistirolo e, a terra, su due livelli, risulte di legno frantumato in grosse schegge e risulte miste di legno e polistirolo, man mano espulsi dalle camere ricavate.

Disposizione delle tracce
Le risulte di scavo si possono depositare in ampi mucchi di legno triturato sull’impiantito sottostante, quando l’attacco avviene sui lati scoperti delle travi, specialmente con la fuoriuscita dalle fessurazioni di ritiro; oppure, può accumularsi, sottoforma pulverulenta alla base di stipiti e boiserie, quando ad essere eroso è l’intonaco.

Ben diverso è l’aspetto della risulta da scavi che avvengono nell’estradosso.

La fuoriuscita dei residui, in questo caso, avviene lungo le linee che delimitano i lati degli elementi lignei annegati nei soffitti, travi e travetti, o ad essi ancorati, come nel caso delle pianelle. La fuoriuscita si determina grazie alle proprietà igroscopiche del legno, che, nel corso delle escursioni termiche, accumula umidità, gonfiandosi, durante la notte e si ritira, man mano che cede umidità, durante il giorno; in questa fase di ritiro, si scoprono i bordi degli alloggiamenti di travi e travetti e si allargano gli spazi di giunzione fra una pianella e l’altra.

Attraverso le vacuità, le risulte di scavo, in parte fuoriescono spontaneamente, in parte vengono espulse volontariamente dalle formiche ed assumono sull’impiantito l’andamento lineare delle giunture fra le pianelle e di annegamento di travi e travetti nell’estradosso.

Le Abitudini

Le caste
- La regina ed il maschio reale, preposti alla riproduzione,
- I soldati, preposti allo scavo e alla difesa della colonia
- Le operaie, preposte all’approvvigionamento del cibo e al nutrimento delle altre caste.

Approvvigionamento
Avviene sempre all’imbrunire; le teorie di formiche, dal nido all’esterno e viceversa, che si possono osservare, sono costituite dalle operaie in cerca di cibo.

Nutrimento
Dopo l’approvvigionamento, le operaie provvedono a nutrire ogni singolo individuo appartenente alle altre caste con il metodo della trofallassi, il rigurgito del cibo di bocca in bocca, funzionale anche allo scambio di feromoni per la trasmissione delle informazioni e di fluidi antibiotici.

Questo meccanismo è fondamentale e si sfrutta nella disinfestazione.

Comunicazione                
Le formiche sono, come le api e alcune specie di vespe, insetti sociali, che rispondono a compiti e comportamenti predeterminati, funzionali sinergicamente alla sopravvivenza della colonia.

Gli individui comunicano fra loro, emettendo feromoni e incrociando le antenne, in modo che la trasmissione di informazioni primarie, pericolo per la presenza di competitori e predatori, fonti di cibo, ecc., vengano condivise in brevissimo tempo da tutti i componenti la colonia.

La conoscenza di questa caratteristica permette di evitare i più comuni errori che vengono commessi con il fai-da te nella lotta per liberarsi da questi infestanti.

Lo Specialista

Perché lo specialista?

La lotta agli insetti infestanti, a qualsiasi famiglia appartengano, è materia da specialisti che ne conoscano la fisiologia, le abitudini e i cicli biologici, la dieta.  I sistemi di lotta sono molteplici, quanto lo sono le categorie per gruppi di infestanti.

I sistemi da utilizzarsi per gli insetti volanti sono totalmente diversi da quelli idonei per gli striscianti; anche per questi, i sistemi sono differenti, a seconda che si tratti di insetti che vivono prevalentemente in superficie, che siano prevalentemente sotterranei, o che vivano, per la quasi totalità del loro ciclo biologico, nel legno, come i tarli sotto forma di larva, i quali diventano coleotteri volanti solo dopo lo sfarfallamento, nella breve fase da adulto, per riprodursi e morire subito dopo.

Infine, c’è un’enorme differenza, fra le complesse strategie necessarie per combattere gli insetti sociali, rispetto alle azioni tattiche e di breve respiro strategico richieste per gli insetti solitari.

Gli errori più comuni da evitare

  • Il primo errore da evitare è il fai da te.
  • Il secondo è confondere la natura delle infestazioni, cosa che può succedere quando ci si rivolge ad artigiani non specialisti, che si improvvisano disinfestatori, non sapendo distinguere la risulta di scavo delle formiche da quella delle tèrmiti, o dalla rosura dei tarli.
  • Il terzo è utilizzare a sproposito prodotti chimici, spray, o da irrorare, contro gli insetti sociali, specialmente contro i nidi di quelli carpentieri; si tratta dell’errore più serio.


Queste azioni, che possono abbattere soltanto una minima parte della colonia, mentre ne mettono fulmineamente in allarme tutto il resto, tramite l’efficienza dei loro mezzi di comunicazione, la inducono a spostare il fronte dell’infestazione e, soprattutto, ne fanno perdere la capacità di controllo.

La Lotta

Assecondare la trofallassi
Si usano due tipi formulati, come esche alimentari:
  • In gel, nei punti critici sui soffitti, specialmente in prossimità del nido e lungo i camminamenti
  • In granuli – più efficaci del gel, per il passaggio di bocca in bocca, collocati in erogatori in punti che non accessibili a bambini ed animali.

Irrorazioni
Le irrorazioni perimetrali, a base di Permetrine, Cipermetrine e Deltametrine, non sono da utilizzarsi verso i nidi.

Sono utili nella lotta integrata soltanto come barriera nelle fasce esterne degli edifici, lungo le linee di camminamento, sulle soglie di accesso, sui muri di balconi e terrazze, ecc., ma solo dopo aver stabilito negli interni, una mappa di punti esca e solo dopo averne controllato i consumi, per le opportune messe a punto strategiche dei posizionamenti e dopo avere determinato da dove partano e dove si dirigano i camminamenti.



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