Le disinfestazioni ambientali sono mirate a insetti di superficie, volanti e striscianti.
Sono attuate per legge con presidi medico-chirurigici a bassissimo impatto ambientale e non riguardano i tarli, che, nella fase larvale, la più lunga del loro ciclo biologico, non sono insetti di superficie; sono, infatti, protetti dallo spessore del legno e dalla massa delle rosure che occludono le gallerie.
I tarli, non sono, quindi, raggiungibili chimicamente. Lo sono nella fase di coleottero adulto sfarfallato, ma questa fase è, nel tempo, differita, individuo per individuo ed è molto breve: solo il tempo necessario alla riproduzione. La disinfestazione ambientale, quindi, è inefficace con i tarli anche da adulti. Sono invece efficaci, con presidi chimici, per gli insetti ed i parassiti di superficie, sia volanti, sia striscianti, che, durante tutto il loro ciclo vitale, stazionano nell’ambiente.
Per disinfestare il legno dai tarli, occorre invece agire direttamente sui manufatti, tramite specifiche tecnologie radicali ed ecocompatibili, differenziate in funzione del tipo di manufatto interessato.
Le disinfezioni sono mirate alle spore ed ai batteri.
Le disinfezioni di muffe e di spore fungine si impiegano in ambiti archivistico-librari caratterizzati da eccessiva umidità relativa. Sono palliativi temporanei; la soluzione radicale del problema richiede programmi di controllo ed interventi che permettano di correggere in modo permanente le condizioni termo-igrometriche ambientali.
Trovano utile impiego per l’igienizzazione delle superfici di librerie e di scaffalature archivistiche, in azione sinergica nelle periodiche operazioni di spolveratura dei materiali cartacei, o in quelle occasionali di movimentazione.
Si attuano nelle operazioni di allontanamento volatili, dopo la rimozione del guano, notoriamente veicolo di infezioni da colibatteri.